Sidro, ecologia e individualismo… Peter e Maria Magdalena Thuile

Gargazzone. Non ancora turismo. Pezzi di terra coltivati in un abbraccio totalizzante e rinfrancante. La solitudine dell’abbandono non è di queste parti. I consorzi e l’impossibilità di comprare mettono la crisi alle strette. Qui, i meleti sono un manto senza soluzione di continuità, con qualche pozza naturale dove allietare le mattine libere di venditori e bikers. Muoversi è una discontinuità di riferimenti tra coltivazioni parossistiche, dove gli angoli delle strade sono determinate dall’ombra di un ramoscello. La cementificazione lascia il posto alla fruttificazione. Dove non si costruisce, dove la superstrada pone dei limiti attraverso il guard rail, l’ossessione del filare, foss’anche uno, conforta il dovere consorziale. E così l’anno che le Fuji non hanno mercato, bisogna piantare le Gala, che anche loro avranno un mercato definito, così si passa alle Red Delicious… e così via. Il mercato fa l’agricoltura, con tutto quello che comporta in termini di cambiamento colturale, innesti, tempi e trattamenti con anticrittogamici e insetticidi (anche quindici all’anno…).

Peter e Magdalena Thuile hanno fatto una scelta coraggiosa. Hanno un cognome che rimanda alla Francia e uno spirito intimamente altoatesino. Hanno sotratto una parte delle mele al Consorzio e hanno iniziato una produzione insolita per queste lande. Peter viene dall’agricoltura, rimane nell’agricoltura e non penso che lascerà una strada privata dal dogmatismo e segnata da passione e talento. Enologo alla cantina di Caldaro, ha sperimentato la totalità dei vini sudtirolesi e la concezione di cantina sociale, di progetto definito e di serietà nella viticoltura. Dal Lagrein al Gewurtztraminer, passando per pinot bianchi e moscati rosa. L’esperienza in cantina aveva bisogno di un trattore, di un meleto e di un’ospitalità. Così l’idea, insieme a Magdalena, di creare un agriturismo, sostenibile e compatibile alle esigenze del territorio. Casa clima, premi, energia del luogo, pompa di riscaldamento interrata ad oltre cento metri di profondità, impianto fotovoltaico, pavimenti in legno, farina di marmo e calce e tetti in erba, di un verde monolitico a corredare una casa che sembra spuntata dal terreno, senza brutture e senza ingerenze.

Magdalena attualizza le tradizioni del maso, riportando modernità in note stantie di legno umidiccio. Qui c’è l’azienda frutticola, ci sono due stanze per gli ospiti e ci sono i prodotti che la terra offre, trasformati, ridiscussi, a volte con sapienza, a volte con ingenuità, ma sempre con filologia.

Lei si definisce una life coach… un po’ mestiere un po’ caso. Questa cosa mi terrorizza. Non amo i motivatori e nemmeno gli educatori di ruolo… ma l’abbandono e la circostanza mi fanno andare avanti nel dialogo… nonostante un’emozione poco condivisa e una ritualità rigida, molto affine al giudizio e alla forma. Gli assaggi hanno poco tempo e troppo silenzio. Si dipanano convenzionali, attorno ad un tavolo, imbandito con precisione e arte cerimoniale, quella che riavvicina alla confidenza. Il ghiaccio si rompe su una critica. La marmellata è casalinga, con quei sapori “impectiti” e suscettibili di pentole, fuoco lento e imbottigliamento familiare. Grande fascino, poca tecnica. La più classica tra le marmellate delle nonne: buona e casuale. Magdalena ha la faccia rigida della bacchetta ma prende il mio consiglio con determinato riconoscimento. Ci proverà… forse possiamo iniziare a discutere e ad assaggiare… il velo è squarciato…

Sidro di mele: la tradizione normanna è riportata in Alto Adige. La diffidenza italica verso bevande alcoliche che non siano il vino, viene pervasa di una nuova aurea. La Terra d’Albione e le sue consorelle d’oltreoceano, avendo scarsità di vitigni, si sono prodigate nella fermentazione della mela. Peter ha guardato la terra, ha messo le mani in tasca della sua esperienza, ha visto un prodotto. Uno spumante di mele secco. Ne produce un paio di tipi, alcuni li invecchia tre anni, altri quattro. C’è un blend aromatico di Granny Smith, Pink Lady e Breaburn. Perlage persistente e rapido. In alcuni risulta maggiore l’astringenza della mela verde, accompagnata alla sua acidità che asciuga e pulisce la bocca prima di lasciarla, in altri eccelle la parte aromatica della mela, la dolcezza e il bouquet profumato scaturito da una miscellanea di incroci. Ore di lavoro, ogni giorno, passate in cantina, a contatto con una professionalità artigianale, solitudini e strumenti declinati sulla personalità. Acciaio, rifermentazioni in bottiglia con metodo champenoise. Il processo di fermentazione non viene bloccato. Lieviti francesi aggiunti. La gradazione rimane sui sette gradi e mezzo e gli zuccheri vengono trasformati del tutto. Veramente un bel prodotto, fresco, beverino, raro per molti versi. Il mercato è l’improvvisazione di una cerchia di eletti… a volte in mutande, a volte in giacca e cravatta, sempre con la vaselina tra le dita. Ma se mettessimo da parte l’abitudine, troveremmo l’anima di un territorio. Non più fatto solo di vista e di ricerca di bellezza nella contemplazione ma fatto soprattutto di industriosità e disposizione di un territorio…

Il resto, fatto di succhi di mele, frutta essiccata e sciroppi di melissa o sambuco sono un ottimo corredo, per accompagnare il cliente nei momenti della giornata, del soggiorno e della ricerca di lentezza. Magdalena e Peter rimangono crisalidi nella metamorfosi di qualcosa che sta, vieppiù, fuoriuscendo con olezzi di rancido, di vecchio e di ambiguo… Al di là dell’immensa fascinazione, rimane una regione davanti ad un plotone d’esecuzione… prima o poi anche i falsi miti di un territorio unico e straordinario verranno abbattuti…

SANDWIESEN-HOF

VIA STAZIONE 23

GARGAZZONE (BZ)

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